(dal forum di viaggioastrale.it)
Nulla di che, vorrei condividere uno scritto inviato ad un amico in cui racconto parte della mia esperienza avvenuta in parallelo a tutti i miei primi sforzi per tentare di uscire dal corpo ma viste al giorno d'oggi, con la criticità "dell'avvenuto" ho potuto stilare un punto di vista meno pratico e più mentale poichè alla fine, una volta raggiunto l'obbiettivo si comprende che il viaggio astrale non è quello che idealizzavamo prima di farlo ma è la trasformazione della comprensione di esso che ci porta verso l'uscita.
Imparare a volare non è stato facile, non è che un bel giorno ho spiccato il volo e via, svolazzando nell'"aire" giovavo del momento...il percorso è stato fatto a tappe, dapprima a livello simbolico e poi a livello mentale...in pratica iniziarono sogni(?) in cui camminavo e poi correvo, la corsa si trasformava in lunghi passi e poi grandi balzi sino a raggiungere una posizione semisdraiata in cui rasentavo l'asfalto cercando di mantenere un delicato equilibrio per non cadere a terra... diciamo sogni preparatori o sogni "velanti" esperienze concrete, codificate dal mio inconscio come semplici sogni anche se poi sotto sotto qualcosa di diverso c'era nell'atmosfera. Una volta conquistata l'arte del volo onirico(?), cioè giunto al momento in cui mi alzavo semplicemente in volo come se nulla fosse, tutto è mutato e sono passato alla fase b abbandonando il simbolismo delle forme oniriche. In pratica con la fase b iniziava lo scontro con me stesso, l'accettazione che oltre al piano fisico c'era qualcos'altro che era più concreto del piano fisico stesso. Volare adesso si era trsformato in consapevolezza e sforzo mentale, ovvero per volare dovevo svincolarmi dai riduttivi concetti fisici e districarmi dal condizionamento di una vita in cui tutto e tutti ci hanno sempre insegnato che non è possibile volare...in un luogo in cui il concetto di fisicità non ha più senso e giunti in quel luogo con un bagaglio culturale prettamente fisico ci si trova spiazzati e fortemente vincolati: è propio necessario respirare? Vedere con gli occhi? Camminare con le gambe? Il muro da abbattere era proprio il clichè della vita fisica, spiccare il volo era tanto semplice come soffiare ad una piuma ma bisognava capire che soffiare non era necessario, bastava pensarlo, idealizzarlo e perchè no, trasformarlo in qualche concetto nuovo. Hai presente il bradipo? Ecco ritrovarsi a terra trascinandosi faticosamente come un bradipo era qualcosa che poteva succedere quando allo stesso tempo volare sarebbe stato altrettanto semplice, bastava farlo e non cercare di farlo. Il mondo astrale ti può dominare come vuole se tu permetti ad esso di farlo, il fatto è che sei tu stesso che ti riempi di limiti propio perchè sei abituato a farlo.
Di quello che ho scritto sopra vorrei che ne traeste il succo ovvero in tutte le vostre/nostre prove di viaggio astrale bisogna cercare di andare oltre a quello che stiamo cercando di fare, dobbiamo svincolarci dal concetto che stiamo pensando. A volte potremmo già essere fuori e non rendercene conto perchè ci siamo fermati ad idealizzare il nostro braccio che cerca di uscire dal corpo...ma è propio necessario che il nostro braccio esca dal corpo? E' questo il viaggio astrale?
C'è differenza sull'idealizzazione concettuale del viaggio astrale ed il viaggio astrale stesso...ma giustamente inizialmente serve concettualizzare in modo più vicino al nostro modo di pensare quotidiano....è un percorso che va fatto.